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Congiuntura Lombardia: confronto nazionale e europeo – Luglio 2016

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Già prima di Brexit, fiducia del manifatturiero milanese e dei consumatori del Nord-Ovest in flessione.

L’esito del referendum sulla Brexit ha aggiunto un nuovo elemento di incertezza al quadro di già modesta ripresa dell’economia italiana. Secondo le più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale, il PIL in Italia crescerà del +0,9% nel 2016 e del +1,0% nel 2017. Brexit ha comportato una revisione al ribasso delle previsioni di crescita per il nostro Paese: per il 2017 la forbice oscilla tra i -0,3 punti percentuali di Intesa SanPaolo e i -0,6 punti percentuali di UniCredit.

Qual è l’importanza del mercato UK per le imprese lombarde? L’export regionale verso UK vale 5,3 miliardi di euro nel 2015, il 4,8% del totale (meno dell’8,6% di Bayern, 6,8% di Baden-Württemberg, 6,4% di Cataluña), l’import regionale da UK vale 3,6 miliardi di euro, il 3,1% del totale (in linea con i benchmark europei). Meccanica, automotive, metalli e moda insieme fanno più della metà dell’export lombardo verso il Regno Unito; farmaceutica, chimica, meccanica e elettronica quasi il 60% dell’import. Importanti sono anche le connessioni in termini di investimenti diretti esteri: in Lombardia sono localizzate 496 multinazionali britanniche, di cui 419 a Milano, Lodi, Monza e Brianza, per un fatturato generato di quasi 12 miliardi di euro e 45 mila dipendenti.

Export

(peso export verso UK su totale export verso mondo, 2015)

1

Import

(peso import da UK su totale import da mondo per ciascun territorio, 2015)

2

A livello di quadro congiunturale, la fiducia delle imprese manifatturiere e dei consumatori mostra segnali di rallentamento, prevalentemente legati a un calo delle aspettative a breve termine. E questo già prima dell’esito di Brexit, perché tutte le rilevazioni sono state effettuate in precedenza.

A Milano, Lodi, Monza e Brianza la fiducia del manifatturiero flette a maggio, pur restando su livelli positivi ed elevati. La flessione è dovuta ad un deciso peggioramento delle attese di produzione per i prossimi 3-4 mesi, accompagnato da un accumulo delle scorte di prodotti finiti che, dopo quattro mesi, tornano al di sopra dei livelli considerati normali. Di segno opposto, invece, è il contributo degli ordini interni che balzano sul massimo da maggio 2008, e degli ordini esteri, che risalgono dopo due mesi di contrazione. Segnali di rallentamento anche con riferimento alle prospettive per i prossimi 3-4 mesi degli ordini sia interni (sui minimi da agosto 2015) sia esteri (sui minimi da settembre 2015).

Clima di fiducia del manifatturiero

(indice mensile destagionalizzato, maggio ultimo dato per Milano*, giugno per i Paesi)

3

 

A livello di Paesi, il clima di fiducia del manifatturiero è sostanzialmente piatto in Italia da gennaio a giugno 2016 e su livelli inferiori alla media dello scorso anno. A giugno l’indice cresce invece in Germania per il terzo mese consecutivo, riportandosi sui valori di fine 2015, e in Spagna, pur rimanendo su livelli inferiori rispetto ai valori positivi toccati nella primavera-autunno dello scorso anno. Invece, il clima del manifatturiero diminuisce in Francia per il quarto mese e si attesta sui minimi da fine 2015.

Dal lato dei consumatori, la fiducia cala in modo deciso a giugno sia nel Nord-Ovest sia in Italia, proseguendo il trend di discesa in atto da inizio 2016 e attestandosi su livelli in linea con un anno fa. In particolare, nel Nord-Ovest tutte le componenti sono in calo, specie il clima futuro che è in continua diminuzione e su valori ben al di sotto di quelli elevati raggiunti negli ultimi mesi dello scorso anno.

Clima di fiducia dei consumatori

(indice mensile destagionalizzato, 2010=100)

4Sul fronte lavoro, in Lombardia i dati del primo trimestre 2016 registrano per la prima volta un numero di occupati superiore al periodo prima della crisi: +44 mila occupati nella fascia d’età 15-64 anni rispetto al primo trimestre 2008 e +32 mila occupati al netto CIG. Prosegue anche nei mesi più recenti il riassorbimento della CIG, che tra gennaio e giugno diminuisce in Lombardia del -25% rispetto allo stesso periodo del 2015 (per confronto: in Veneto cala del -9%, mentre in Piemonte ed Emilia-Romagna aumenta rispettivamente del +2% e +16%). Inoltre, anche per effetto della riduzione degli sgravi contributivi, le assunzioni complessive diminuiscono in tutte le regioni benchmark nazionali: in Lombardia -10% a gennaio-maggio rispetto al corrispondente periodo del 2015, con un -29% per quelle a tempo indeterminato.

Download: “Booklet Economia – n° 09/luglio 2016” – La Lombardia nel confronto nazionale ed europeo, a cura del Centro Studi di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza.

 

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